domenica 1 aprile 2012

Le riflessioni del Sen. Stradiotto sulla Tesoreria Unica

Dopo il gran polverone degli ultimi giorni circa la tesoreria unica, riportiamo le riflessioni del Sen. Stradiotto, che descrive piuttosto approfonditamnete che cosa è successo. E i perchè che fanno diventare la scelta del documento fatta dal nostro comune il classico "fumo senza arrosto".

LE AUTONOMIE LOCALI SONO STATE CALPESTATE DAL MECCANISMO DEL PATTO DI STABILITA’ APPROVATO DAI GOVERNI SOSTENUTI DA LEGA E PDL . INVECE DI FARE l’INUTILE POLEMICA , DI QUESTI GIORNI SULLA TESORERIA UNIFICATA, SERVIREBBE ANDARE ALL’ORIGINE DEL PROBLEMA SAREBBE NECESSARIO MODIFICARE IL MECCANISMO DEL PATTO DI STABILITA’.

Attorno alle nuove norme sulla Tesoreria unificata si è aperta una discussione che merita di essere approfondita. La decisione del Governo Monti tocca una situazione, formatasi negli anni scorsi, a dir poco paradossale. C’è un filo rosso che unisce i problemi dell’autonomia finanziaria dei Comuni, il ricorso dello Stato all’indebitamento, i ritardi nei pagamenti verso i fornitori della Pubblica Amministrazione e le regole assurde del Patto di Stabilità.
Il paradosso è questo. Da un lato ci sono gli enti locali. Hanno a disposizione una liquidità che, a causa delle norme del Patto, non possono usare per pagare i fornitori, ma possono invece sfruttare per ricavare un interesse attraverso operazioni finanziarie proprie. Dall’altro lato c’è lo Stato, che paga ogni anno sempre più interessi sul debito pubblico. 
Abbiamo due fenomeni complementari. Lo Stato ricerca liquidità e pur di averla è stato disposto a pagare interessi fino al 7%. Contemporaneamente, gli Enti Locali affidano la propria liquidità al mercato, incassando interessi compresi tra il 2% e 4%, attraverso operazioni finanziarie della durata inferiore l’anno, sempre per non sforare il Patto di Stabilità. L’assurdità è che nel frattempo lo Stato è stato costretto a compensare le maggiori spese per interessi, tagliando proprio i trasferimenti agli Enti locali. Il cane si morde la coda, mentre, nel frattempo, chi paga il prezzo maggiore sono le imprese in attesa di essere pagate dalle pubbliche amministrazioni. 

Se la liquidità impegnata in operazioni finanziarie dagli Enti Locali fosse stata usata per pagare i fornitori, ci sarebbe stato un impatto positivo sull’economia italiana. Il Patto di Stabilità non lo ha consentito ed è anche per questo che deve essere modificato. Questa situazione paradossale dimostra che la distorsione sui ritardati pagamenti verso le imprese non è figlia delle norme sulla Tesoreria unica, ma delle regole assurde del Patto. È giusta la battaglia che gli Enti Locali lanciano a difesa della propria autonomia, ma il vero obiettivo di chi ha a cuore l’autonomia dei Comuni dev’essere la modifica del Patto di Stabilità. 
Il presidente di una Provincia del Veneto ha dichiarato di aver realizzato due rotatorie grazie agli interessi maturati con le operazioni di tesoreria. Ecco il punto: quelle rotatorie sono opere realizzate con gli interessi maturati su somme che spettavano ai creditori della Pubblica Amministrazione. Ci sono imprenditori che sono arrivati al suicidio a causa anche dei crediti attesi dalle pubbliche amministrazioni. Piangerli serve a poco se non si modifica un Patto di Stabilità che vieta agli Enti Locali di pagare chi ha lavorato, permettendogli invece di usare quelle stesse risorse per compiere operazioni finanziarie. 
Credo che l’equità del sistema sarebbe maggiore se ai Comuni fosse permesso di usare le risorse che hanno in cassa per pagare nei tempi giusti i loro fornitori. Per questo in prospettiva serve una modifica del Patto di Stabilità. Intanto però la tesoreria unica può essere uno strumento utile per ottenere che i benefici ottenuti dallo Stato centrale siano redistribuiti agli Enti Locali e ai creditori della Pubblica Amministrazione.

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