giovedì 30 dicembre 2010

Finanziaria , salta il sistema sociale dei Comuni.

A Finanziaria approvata si riscontrano non più le opinioni ma i fatti. E il fatto principale è che di tutti gli emendamenti proposti dall’ANCI nessuno è stato accolto. Si era detto che ci sarebbe stato un taglio medio del 13,7% della spesa corrente dei Comuni e così è stato. Si era detto nessuna deroga al Patto di stabilità così è stato. Si era detto nessuna possibilità di utilizzo dei residui e così è stato. Si era detto nessun vincolo sulle alienazioni e all’ultimo momento un emendamento ha ripristinato anche la follia di non poter alienare i beni immobili ai fini del Patto. Il colpo di grazia ai Comuni è stato dato senza che la rappresentanza dei Comuni italiani sia stata minimamente riconosciuta nel ruolo di rappresentanza istituzionale. 
Salta un modello istituzionale e sociale, e bisogna prenderne atto, anche se le piazze non saranno piene di fasce tricolori a dimostrarlo. Ora che i sindaci dovranno in solitudine decidere se consegnare le chiavi dei municipi ai prefetti ,incatenarsi sulle torri come i lavoratori licenziati o passare alla storia come gli amministratori che hanno posto fine al ruolo sociale dei Comuni, almeno si dica che la responsabilità di tutto ciò non è degli amministratori poiché mentre aspettavamo il federalismo è arrivata paradossalmente anche la sottrazione delle (modeste )risorse che avevano prima!
Se si parla poi di federalismo futuro, le proiezioni danno ai Comuni capoluogo qualche vantaggio, mentre per la stragrande maggioranza dei Comuni piccoli e medi e non turistici peggiora di molto l assegnazione di risorse. Il governo ha perseguito fino in fondo la sua linea di ulteriore riduzione dei trasferimenti ai Comuni, anche se avevano già pagato ben 4 miliardi di euro nelle precedenti.
manovre a differenza di altri livelli di spesa pubblica che invece hanno aumentato il loro deficit.
Se mancano risorse nei trasferimenti statali,la conseguenza diretta à che quel piccolo beneficio ricevuto ( ex Ici) si tramuta, non nella mai esistita riduzione di sprechi che i Comuni come i nostri non hanno mai avuto (poiché restituiscono ai cittadini beni per il 70% di quello che incassano), ma in tagli diretti ai servizi su trasporti, mense, assistenza ad anziani e disabili, manutenzioni.
Se la politica ha ancora un senso, si dica con forza che questa è la verità e che non ci stiamo a tutto ciò. Pur avendo assunto, da sempre le responsabilità che ci competevano, oggi non è più nelle nostre mani l’ autonomia e la possibilità di amministrare gli enti per il mandato che abbiamo ricevuto dai cittadini.


Michele Carpinetti
Sindaco di Mira


( Fonte: La Nuova del 30/12/2010)

martedì 21 dicembre 2010

Sempre più famiglie povere in Italia

I dati dell’ultimo rapporto di Bankitalia sulla ricchezza delle famiglie italiane tracciano un quadro in chiaroscuro del nostro paese. La ricchezza delle famiglie infatti è oramai circa stabile da troppo tempo, come riportato nella figura tratta dal rapporto.

E’ infatti dal 2008, l’anno dell’insediamento dell’ attuale governo Berlusconi, e un anno prima che scoppiasse la crisi, che la ricchezza delle famiglie del nostro paese non aumenta. Ma questo non è tutto. Il rapporto fa notare come la distribuzione della ricchezza sia caratterizzata da un elevato grado di  concentrazione:  la metà più povera delle famiglie italiane infatti detiene il 10 per cento della ricchezza totale, mentre il 10 per cento più ricco detiene quasi il 45 per cento della ricchezza complessiva. E, come se non bastasse il numero delle famiglie italiane che possiedono una ricchezza negativa, cioè con più debiti che averi, è in continuo aumento. Se il confronto con gli altri paesi stranieri non ci vede, come purtroppo accade in molti altri ambiti economici, in fondo alla classifica, il merito è da attribuire alla gestione oculata da parte delle famiglie italiane. Famiglie che d’altro canto, hanno sempre maggiori difficoltà nell’arrivare a fine del mese e che non vengono aiutate dalle politiche del governo. Basti pensare alle enormi difficoltà che si incontrano, ad esempio, quando si cerca una scuola a tempo pieno statale, o, ancora, all’impossibilità di costruire un nucleo famigliare con contratti a tempo determinato. Forse è giunto il momento di che il governo investa davvero nelle famiglie, senza pensare che basta impedire ad una coppia omosessuale di convivere per risolvere i mali dell’Italia, ma dando nuova dignità ad una delle più grandi risorse del nostro tessuto sociale ed economico.

lunedì 20 dicembre 2010

MA QUALE FILOTTO ?AL CONTRARIO


Nella recente campagna elettorale di Dolo si è molto parlato di “filotto”, termine con il quale la coalizione Lega - PDL ha definito l’ultima vittoria alle amministrative per il Comune di Dolo come una prosecuzione delle affermazioni avute in Provincia di Venezia con la leghista Zaccariotto e in Regione Veneto con il leghista Zaia. Questa serie di successi portava quindi, per i rappresentanti del centrodestra dolese a dire che, con l’aiuto di amministrazioni “amiche” si potevano ottenere più “vantaggi” per il Comune di Dolo ed in particolare bloccare le Grandi Opere che stavano arrivando in Riviera del Brenta.
Nel contempo si cercava, in campagna elettorale e nell’anno che le ha precedute, di scaricare le colpe delle “calate di cemento” sulle coalizioni di centrosinistra che hanno governato la Provincia di Venezia e il Comune di Dolo in precedenza.
Lo slogan era appunto: a Dolo si cambia !
Ora, dato per scontato che in campagna elettorale molto è lecito e di promesse ne fanno tutti, mi sembra che in questo caso stiamo andando un po’ oltre ed è giusto evidenziare, specialmente ai cittadini, come stanno andando le cose dopo 9 mesi di amministrazione leghista a Dolo (lasciamo stare in Provincia, magari ne parleremo in altre occasioni e la cosa è, se possibile, peggiore).
Devo ammetterlo, il “filotto” c’è stato !
La Sindaco Gottardo sta portando a casa (a Dolo purtroppo) l’elettrodotto aereo, la Camionabile, la Romea Commerciale e, buon ultimo, Veneto City.
Personalmente non ne sono felice, ma, stante ad oggi, tutte le informazioni e i dati che arrivano fanno pensare a questo e la mia affermazione non mi pare esagerata o pessimistica, mi pare corrisponda alla realtà, almeno ripeto, ad oggi, Natale 2010.
Sarei altresì contento di essere smentito il prima possibile.
Come molti cittadini spero anch’io che le cose possano ancora cambiare e la “colata di cemento” possa essere risparmiata al nostro territorio, per fugare ogni  dubbio voglio affermare che sono nettamente contrario a tutte e 4 le “opere” sopra elencate. 
Ma per quanto tempo dobbiamo ancora credere alle promesse della Sindaco Gottardo ?
Voglio credere alla buona fede del primo cittadino dolese ma non vorrà mica far credere ai cittadini che lei non vorrebbe ma glielo impongono dall'alto i suoi colleghi di partito? 
Non sarà che il vero valore del “filotto” e' al contrario: grazie al comune leghista nessuno più blocca quello che decide la Regione?
Questo il territorio e i cittadini non se lo meriterebbero, gli interessi generali non dovrebbero essere certo calpestati da logiche di schieramento politico.
Probabilmente per motivi di bilancio non tutti i cantieri partiranno fra pochi mesi, si sa come vanno le cose in Italia, ma dobbiamo anche sapere che non è certo stato il centrosinistra ad approvare tali opere e svendere la Riviera del Brenta (anche se qualche titubanza ci può essere stata) ma la coalizione che governa a Roma, in Regione ed  in Provincia.

Auguri di Buone Feste a tutti.

Paolo De Gaspari

sabato 18 dicembre 2010

I tagli del Governo arrivano nero su bianco sul bilancio della nostra Regione

Questa settimana la Giunta Regionale ha approvato la sua proposta di bilancio per l'anno prossimo e sul bilancio diventa concreto e tangibile il taglio dei 350 milioni disposto dalla manovra del Governo della scorsa estate.
Così si prospetta un confronto tra le risorse a disposizione in quest'anno corrente e quelle disponibili per l'anno prossimo di questo tipo:



2010 2011
FORMAZIONE E LAVORO 101 55,5
SOCIALE 115 58
AGRICOLTURA 49 18,5
TURISMO 42 15
PROTEZIONE CIVILE 15 5,4
RICERCA E INNOVAZIONE 70 15
TRASPORTO PUBBLICO  278 211
AMBIENTE 32 12
CULTURA 45 17
BILANCIO-ENTI LOCALI 19,8 7
EDILIZIA PUBBLICA 50 20
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE 14 5
valori in milioni di euro

fonte la Nuova Venezia 15.12.10



Niente soldi per sicurezza e lavori pubblici.
Per il trasporto pubblico locale (treni regionali e autobus delle aziende di trasporto locale) possiamo ringraziare i Presidente delle altre Regioni se, rispetto allo scenario prospettato sopra, verranno integrati un po' di soldi. Loro infatti hanno bloccato l'approvazione del federalismo finché non hanno ricevuto garanzie dal Governo di qualche soldo in più per il servizio pubblico e l’impegno a riconsiderare questi drastici tagli. Il nostro Presidente, invece, sui giornali ha dichiarato che il federalismo non doveva essere bloccato per nessun motivo, anche se i trasferimenti alle Regioni ne erano usciti dimezzati.
A noi questo, più che un modo per attuare il federalismo, sembra un bel modo per scaricarne i costi sui cittadini.
E resta ancora in piedi tutta la questione del debito sanitario e la scure di un aumento dell'Irpef per tutti. Ma questa è un'altra storia ancora.
Secondo Laura Puppato "il Veneto è sull'orlo di un collasso".
Già dal prossimo anno, cioè tra poco, sperimenteremo sulle nostre tasche e sulla nostra qualità della vita se si sbaglia o no.

martedì 14 dicembre 2010

Berlusconi al tramonto, l'Italia vuole cambiare

Care democratiche, cari democratici, 

come saprete oggi c’è stato il voto sulla nostra mozione di sfiducia al governo Berlusconi.  Il governo ha ottenuto 314 voti. 311 i voti a favore della sfiducia, 2 gli astenuti. 
Abbiamo ottenuto il massimo in questo momento. E' un governo clinicamente morto che non può governare e credo che lo sappiano anche loro. Non hanno governato con 100 voti di scarto, non penso riescano a farlo con tre. Il Pd oggi ha fatto il suo dovere, con 206 deputati presenti e 206 voti favorevoli alla mozione di sfiducia al governo (qui trovate gli interventi dei nostri parlamentari). 
Si è visto che in una maggioranza che si restringe e in un'opposizione che si allarga la centralità del Pd viene rafforzata. Abbiamo avuto un atteggiamento compatto, univoco e serio, e lo terremo nelle prossime settimane. Il Pd non si divide perché noi discutiamo all'aperto, ma nei momenti seri siamo uniti. Loro invece hanno dato una pessima prova, il Paese è disgustato. C'è una palese impossibilità a governare e dare risposte al Paese in un momento di gravissima tensione e di delicata situazione economica. Evidentemente si è verificata una vicenda totalmente scandalosa di compravendita di voti, che consegna al Paese un governo più debole e un'opposizione più ampia.

Nel mio intervento alla Camera ho ribadito che oggi moderato è chi mantiene la famiglia con 1000 € e non chi porta i capitali all'estero o difende chi infrange le quote latte.
Quando saremo al governo porremo rimedio ai danni prodotti da questo governo: evasione, poca crescita, aumento della spesa corrente, meno lavoro, meno attività per le nostre imprese. Non abbiamo paura delle elezioni perché dopo sedici anni questo paese non ne può più, ma certamente è il momento della responsabilità e di un governo di transizione.Cerchiamo assieme una strada nuova, perché fuori da qui c'è un Paese che vuole cambiare, che è stanco e vuole cambiare.

PS: vorrei ringraziare i tanti tra voi che hanno partecipato alla manifestazione di sabato scorso a Roma, a piazza San Giovanni
Pierluigi Bersani
Segretario del Partito Democratico

domenica 12 dicembre 2010

Dal PD una speranza per il 5 per mille

La legge finanziaria, che da quest'anno si chiama legge di stabilità, è stata definitivamente approvata dal Senato martedì scorso. Data la complicata situazione politica in cui versa in questo periodo il nostro Paese e le delicate scadenze imminenti, i Senatori hanno scelto di discuterla ma senza modificare quanto già deciso nel passaggio alla Camera.
Sono stati però approvati una serie di ordini del giorno che impegnano il Governo a "sanare" al più presto certe "mancanze", diciamo così.
Tra queste, il finanziamento del 5 per mille, che tanto ha fatto discutere nei giorni scorsi e che ha svegliato le preoccupazioni del mondo del volontariato e delle associazioni.
Il 5 per mille non è nient'altro che una piccola quota delle nostre imposte sui redditi che, al momento della dichiarazione, possiamo decidere di "sottrarre" alle casse dello Stato per destinare ad una particolare associazione riconosciuta.
Questa "rinuncia" costa allo Stato 400 milioni ogni anno. Quest'anno, però, in finanziaria è stato stanziato solo un quarto del necessario, 100 milioni di euro.
In Senato, su proposta dei Senatori del PD (Finocchiaro, Giaretta, Stradiotto e altri) è stato approvato un ordine del giorno che "impegna il Governo a destinare, per l'anno 2011, nel primo decreto-legge emanando, una ulteriore quota pari a 300 milioni di euro da destinare alla proroga della liquidazione della quota del cinque per mille dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, ai sensi dell'articolo 63-bis, commi da 1 a 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133".
Speriamo che sia così! Vi teniamo aggiornati!

venerdì 10 dicembre 2010

Carlo e Gino e la pista promessa.

Carlo entra in un bar di Arino tutto sconvolto.
Gino: Oh! Oh! Carlo, ma che ti è successo. Sembri inseguito dai fantasmi.
Carlo: Taci! Taci! Ora ti racconto.
Gino: Racconta, racconta. Ti ascolto.
Carlo: Stavo tornando da Cazzago in bicicletta, strada che faccio ogni giorno per andare e tornare dal lavoro. Io, fintantoché fa bel tempo, al lavoro ci vado in bicicletta.
Gino: E fai bene visto che lavori a Cazzago. Lavorando a Marghera io non lo posso fare. Ma, dimmi, dimmi che ti è successo?
Carlo: Allora, come ti dicevo, e se mi lasci parlare, te lo dico. Mentre percorrevo via Cazzaghetto, giunto in prossimità della curva Franceschini, un auto che proveniva da Cazzago mi è passata talmente vicino che lo spostamento d’aria mi ha fatto traballare. Per fortuna, o per qual cos’altro, non sono caduto. Ma ho preso un tal spavento che ancora mi tremano le gambe.
Gino: Ti capisco, ti capisco, è successo anche a me, tempo fa. Quella strada è maledettamente pericolosa. Ma pericolosa soprattutto per i ciclisti e i pedoni. Pensa, io tremo, di brutto,  ogni volta che mio figlio la percorre.
Carlo: Senti Giorgio, ma non ci avevano detto che si sarebbe fatta la pista ciclabile. Ne sai niente tu?
Gino: Mah! Ne hanno dette tante quelli li, i cosiddetti politici. Però, mi sembra di ricordare, che la nostra sindachessa dicesse che se vinceva le elezioni, la pista ciclabile l’avrebbe fatta in quattro e quattr’otto. Anzi, che vincendo si sarebbe completato il filotto. E governando il Comune, la Provincia, la Regione e il Governo, fare la pista ciclabile sarebbe stata un bazzecola, una quisquilia. Ma l’hai vista, tu caro amico, la pista?
Carlo: Io, no di certo!
Gino: E ho l’impressione, amico mio, che se andiamo avanti così non la vedremo per un bel pezzo.
Carlo: Se non ricordo male, in settembre, verso la fine mi sembra, ho assistito ad un Consiglio Comunale nel quale il consigliere di opposizione Spolaore interrogava il Sindaco in merito ai ritardi della partenza dei lavori della pista ciclabile. Il Sindaco gli rispondeva che ne avrebbero parlato in commissione.  Ma, Spolaore, non soddisfatto, rammentava al Sindaco che ad Arino, alcuni individui, andavano dicendo che la pista non si faceva perché non c’erano i progetti. Cosa, per lui, assolutamente non vera. E aggiungeva: “Bastava, che lor signori, si andassero a vedere la delibera della Provincia, che hai primi di settembre 2009 approvava il progetto definitivo con il relativo finanziamento”.  Proseguendo, poi, che:  “lor signori si guardassero anche le delibere del Consiglio Comunale di Dolo, che sempre nel mese di settembre approvava la variante, e in dicembre la approvava definitivamente. Mentre con l’approvazione del bilancio, si dava mandato agli uffici di contrarre il relativo finanziamento”.
Gino: Ma, allora, perché non la fanno?
Carlo: Mi par di capire che il Sindaco vada dicendo che non ha i soldi.  Poi sento dire per il patto di stabilità. Mi sembra tutto così strano però.
Gino: Perché, Carlo, ti sembra strano?
Carlo: Perché sono andato a sentire anche l’ultimo Consiglio Comunale. E sempre il benedetto Spolaore ha fatto osservare che l’amministrazione ha in cassa oltre 1.300.000 euro di risparmi o tagli, e non ha ancora investito i 303.000 euro di avanzo di amministrazione del 2009. E  l’assessore al bilancio confermava.
Gino: Senti, Carlo, mi hai fatto venire il mal di testa. Che ne diresti se ci bevessimo una birra?
Carlo: Si, si! Mi sa che si stava meglio quando si stava peggio!
Lasciamoli bere in pace, continueremo un'altra volta.
[Nota del traduttore: il dialogo è stato tradotto dal dialetto]

lunedì 6 dicembre 2010

Chiusura Parlamento

Il segretario del Partito democratico, Pier Luigi Bersani, ed il presidente del gruppo parlamentare della Camera, Dario Franceschini, hanno scritto una lettera ai deputati del Pd per criticare la decisione di sospendere i lavori parlamentari imposta dalla maggioranza di centrodestra e per chiedere loro di far sentire la voce del Pd nel paese.“Cari colleghi l’inusitata decisione di sospendere i lavori della Camera in attesa della discussione sulla fiducia al governo è molto grave e assolutamente indicativa di come questa maggioranza di destra consideri il ruolo del Parlamento. Tutti noi abbiamo cercato di contrastare questa scelta. In giorni decisivi, in un momento così delicato dal punto di vista economico e sociale, e con importantissime scadenze europee, sarebbe stato doveroso continuare l’attività del Parlamento”.

venerdì 3 dicembre 2010

Nota dal nostro inviato sul Consiglio Comunale del 30 novembre

Credo che i punti salienti sui quali vale la pena di soffermasi siano tre: assestamento al bilancio di previsione; istituzione della nuova commissione intercomunale al paesaggio; e, oh! oh! oh! guarda un po’ chi si rivede, l’approvazione del  programma degli incarichi di consulenza che guarda caso riguardano due incarichi per Veneto City.
Per quanto riguarda il bilancio si sono accertate in questi ultimi due mesi maggiori entrate  per € 183.603, 89 . Entrate che sono state distribuite nei vari capitoli di spesa. C’è da dire, però, che queste maggiori entrate non verranno spese perché il tentativo di rispettare il patto di stabilità non lo permette.
Tentativo di rispettare il patto di stabilità che ha portato al taglio di 1.300.000 euro di spesa corrente,  a non impegnare i 303.000 euro dell’avanzo di amministrazione del 2009 e a traslare al 2011 il pagamento alle imprese dei lavori già effettuati. Ci auguriamo almeno che venga rispettato.
Lapidario il commento dell’opposizione, che fa osservare che mentre in Italia tantissimi Sindaci di varie espressioni stanno protestando e chiedendo al Governo la modifica del patto di stabilità che sta soffocando i comuni,  i Sindaci della Lega, invece, dicono a Madama la Marchesa che tutto va bene.

Sull’istituzione della nuova commissione intercomunale per il paesaggio tra i comuni di Dolo e Pianiga, il gruppo del “Cuore” ha fatto osservare che sarebbe stato opportuno e preferibile allargarla anche ai comuni di Strà e Fiesso D’Artico che hanno molte più affinità paesaggistiche in  comune con Dolo. Non fosse altro perché insieme a Fiesso si sta realizzando il PAT .
Dubbia  appare, sempre per l’opposizione, anche la modalità con la quale si è scelto di attuare quanto previsto dalla legge che differenzia  la responsabilità del procedimento di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica dal responsabile del procedimento urbanistico -edilizio.
Il regolamento approvato prevede che “reciprocamente” l’istruttoria delle richieste di valutazione paesaggistica di Dolo le faccia Pianiga e quelle di Pianiga Dolo.
E’ pur vero che poi la valutazione finale la farà la commissione collegialmente redigendo la relazione paesaggistica da inviare alla Regione, ma resta, comunque, un grande margine di ambiguità, dicono quelli del gruppo del “Cuore”, che può dar adito al sospetto che con l’avverbio “reciprocamente” si  sia voluto eludere la norma.
 A loro avviso meglio sarebbe stato se ogni Comune avesse previsto un proprio responsabile del procedimento. Il Comune di Dolo, dicono, ha nell’ufficio Urbanistica le professionalità necessarie e a nulla valgono le argomentazioni dell’amministrazione dolese sui troppi carichi di lavoro che non permetterebbero tale incarico.

La ciliegina è arrivata quando si  è discusso del punto che prevedeva l’approvazione del programma degli incarichi di consulenza che guarda caso vertevano sull’incarico da dare a due professionisti: un avvocato per una consulenza giuridica e un ingegnere per una perizia di stima del beneficio pubblico, entrambi su Veneto City.
L’opposizione insorgeva, accusando il Sindaco di scorrettezza perché, dopo otto mesi di assoluto silenzio sul tema, portava in Consiglio due incarichi senza nemmeno un minimo di informazione preventiva. Alla faccia del “Comune di vetro” tanto sbandierato dalla Sindaco Gottardo al momento del suo insediamento.
A quel punto il capo gruppo della lista “ Per Dolo Cuore della Riviera” Antonio Gaspari mostra una lettera della Regione Veneto del 14 Ottobre che chiede ai Comuni di Dolo e Pianiga di farsi carico, tra le altre cose, di un calcolo differenziale globale tra il beneficio pubblico e l’interesse privato, dal quale risulti un evidente interesse regionale; e di puntualizzare, inoltre, le infrastrutture necessarie a connettere Veneto City all’Autostrada e al Passante. Lettera che il Sindaco si era ben guardato dal rendere partecipe la Minoranza.
A questo punto Adriano Spolaore è sbottato: “ Vedete, vi stanno prendendo in giro, o vi lasciate prendere in giro, è la Regione che ci deve garantire su queste cose, e lei che ha previsto in quell'area un polo di interesse regionale nel suo PTRC. La Regione, poi, ha già manifestato il suo “interesse” avviando la procedura di accordo di programma”.  Dunque prosegue Spolaore “E’ la Regione che deve rispondere prima di tutto sui punti a suo tempo sollevati e che lei stessa sig. Sindaco ha riconosciuto validi, e solo quando sarà stato risposto a tutti i quesiti in maniera adeguata si procederà alla valutazione del beneficio pubblico. Altrimenti si rischia di buttare i soldi pubblici”.
Sperando di esser stato esauriente, vi lascio con un omaggio canoro.

" Va tutto ben, Madama la Marchesa"







mercoledì 1 dicembre 2010

Tagli ai Comuni del Veneto. Quanto si stima per Dolo?


Per quanto riguarda il Comune di Dolo il trasferimento per il 2010 è di 2.616.005,44 € mentre la stima del taglio del trasferimento per il 2011 è di -366.240.76 €, per il  2012 il taglio stimato sarà di - 609.529,27 ed infine per il 2013 sarà identico a quello del 2012.
Per quanto riguarda il drastico taglio di trasferimenti alla Regione (-358 milioni di euro nel 2011 e di più negli anni successivi), questi servivano a finanziare servizi essenziali per i cittadini ed interventi importanti per il sostegno del nostro tessuto economico. I settori interessati dal sostanziale azzeramento dei trasferimenti statali sono, per esempio, il trasporto pubblico locale, le politiche sociali, l'edilizia agevolata, gli incentivi alle imprese, l'agricoltura, l'ambiente.
E' forte quindi il rischio che il taglio si traduca in una riduzione di importanti servizi oppure, laddove è possibile, in un rincaro delle tariffe per i cittadini.
I dati citati sono estrapolati dal rapporto redatto dal Sen. Marco Stradiotto ( Partito Democratico), componente della commissione Finanze del Senato.