giovedì 22 settembre 2011

Fra poco sarà l'8 settembre

Oggi, 22 settembre 2011, l'atmosfera che si respira è simile a quella dei giorni prima dell' 8 settembre 1943. Certo, molti lettori storgeranno il naso di fronte ad un paragone così forte, ed obietteranno che all'epoca si era nel mezzo di una guerra, soggiogati da una dittatura. Ma i paragoni sono molti.
La guerra, quella economica, per grandissima fortuna, non miete vittime sul campo di battaglia. Però è innegabile che il nostro paese sta perdendo importanti battaglie su tutti i fronti. Purtroppo ci siamo avvitati in un circolo vizioso dove più tasse (per i poveri) significano meno spese, che significano meno lavoro, che significa a sua volta più tasse per supplire a quelle che vengono a mancare. E così via, in una continua ritirata, dove il nemico, la disoccupazione, non fa prigionieri.
La politica interna, logorata dagli insuccessi della guerra economica, ma avida e pronta a lasciarsi a decadenti dissolutezze, non è ancora pronta a seguire Bossi e nella sua repubblica di Salò, orientata alla Germania. E così gli sbarchi in Sicilia (e a Lampedusa) sono iniziati, senza che il governo riuscisse a dare una parvenza di serietà nella gestione dell'emergenza immigrazione.
Oggi a Roma c'è un voto importante per il futuro di Berlusconi, forse non è ancora arrivato il momento per il Badoglio di turno, anche se la notte è passata freneticamente tra colloqui per nuovi assetti di governo.
Ma le analogie sono fuori luogo: siamo nel 2011, 65° anno della Repubblica Italiana, con la Costituzione e nell'Europa...
Per fortuna, verrebbe da dire...

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