domenica 14 agosto 2011

Il bollettino di guerra della finanziaria: Caporetto

La manovra approvata in questi giorni in parlamento si presenta come una enorme sconfitta per tutta la gente comune, che lavora sodo ed onestamente per arrivare alla fine del mese. Si tratta di una manovra che grava, al di là di piccole azioni propagandistiche, sulle spalle dei comuni lavoratori dipendenti, e che arriva a un solo mese di distanza da una già pesantissima manovra.Tra i provvedimenti, che stanno diventando definitivi in queste ore vi sono:
  • Ulteriori tagli agli enti locali, tanto da far dire che "Il federalismo è morto" da parte di esponenti della maggioranza stessa. E non si dica che questi tagli non peseranno nelle tasche di tutti noi, che saremo costretti a pagare a caro prezzo ogni servizio (a partire dallo scuolabus che è già quasi raddoppiato...);
  • Accorpamento delle festività alla domenica, senza la retribuzione delle festività non godute. Insomma, 5 giorni di lavoro donati alla causa di diventare uno dei pochissimi stati che non festeggiano il Primo Maggio. E non è vero che l'Europa fa altrettanto: così fanno solo alcuni cantoni della Svizzera. E basta.
  • Licenziamento facile, tutti a casa, si cambia lavoratore una volta al giorno! Evidentemente, il Cavaliere ha preso come riferimento il modello "lavorativo" serale di Arcore, che gli sembrava funzionasse bene. Con buona pace delle famiglie e delle professionalità.
  • Via i contratti nazionali,  via i residui diritti di una classe di lavoratori già massacrata dai contratti flessibili e dalla crisi.
  • Via il registro per la tracciabilità per i rifiuti pericolosi, così aiutiamo le Ecomafie, che sono comunque una percentuale non trascurabile del PIL...
  • Via ogni pudore: verrà sancito che ogni cosa non esplicitamente vietata sarà lecita. Questo per la libertà di impresa, dicono... Esortiamo il lettore a pensare quali siano le professioni coinvolte, potrebbe venire in mente solo la più antica di tutte...
Insomma, una manovra pesantissima ed iniqua, dovuta in primis alla miopia di una classe politica che non è riuscita a vedere al di là del proprio naso.
Per questo il PD ha proposto una serie di misure alternative, che vadano realmente a colpire in maniera proporzionale, e che siano portatrici di quei valori etici che non possono mancare in questi giorni difficili. Ecco quindi i 7 punti:
  • Per affrontare l’emergenza si prevede un prelievo straordinario una tantum sull’ammontare dei capitali esportati illegalmente e scudati, in modo da perequare il prelievo su questi cespiti alla armonizzazione della tassazione sulle rendite finanziarie al 20 per cento e di adeguare l’intervento italiano alle medie delle analoghe misure prese nei principali paesi industrializzati.
  • Un pacchetto di misure efficaci e non solo di facciata contro l’evasione fiscale, tali da produrre effetti immediati, consistenti e concreti. Si propongono dunque alcuni interventi, tra i quali figurano le misure anti-evasione che in parte riprendono quelle dolosamente abolite dal governo Berlusconi: 
a) tracciabilità dei pagamenti superiori a 1.000 euro (pensare a somme più elevate significa lasciare di fatto tutto come è oggi) ai fini del riciclaggio e soglie più basse, a partire dai 300 euro, per l’obbligo del pagamento elettronico per prestazioni e servizi;
b) obbligo di tenere l’elenco clienti-fornitori, il vero strumento di trasparenza efficiente;
c) descrizione del patrimonio nella dichiarazione del reddito annuo con previsione di severe sanzioni in caso di inadempimento. 
  • Introduzione di una imposta ordinaria sui valori immobiliari di mercato, fortemente progressiva, con larghe esenzioni e che inglobi l’attuale imposta comunale unica sugli immobili, in modo di ricollocare l’Italia nella media e nella tradizione di tutti i maggiori paesi avanzati del mondo.
  • Un piano quinquennale di dismissioni di immobili pubblici in partenariato con gli enti locali (obiettivo minimo 25 miliardi di euro). 
  • Liberalizzazioni. Il Pd propone di realizzare immediatamente almeno una parte delle proposte di liberalizzazione che il partito ha già preparato e presentato: ordini professionali, farmaci, filiera petrolifera, RC auto, portabilità dei conti correnti, dei mutui e dei servizi bancari, separazione Snam rete gas, servizi pubblici locali. Il Pd è contro la privatizzazione forzata, ma non contro le gare e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali. Tutto questo si può fare immediatamente senza bisogno di riforme costituzionali.
  • Politiche industriali per la crescita. Il Pd propone di adottare subito misure concrete per alleggerire gli oneri sociali e un pacchetto di progetti per l’efficienza energetica, la tecnologia italiana e la ricerca, con particolare riferimento alle risorse potenziali e sollecitabili del Mezzogiorno. Sarebbe un errore imperdonabile intervenire sul controllo dei conti pubblici senza mettere in campo, sia pure limitatamente alle risorse disponibili, un pacchetto di stimoli alla crescita e per l’occupazione. In questo contesto rientra anche l’implementazione dei più recenti accordi tra le parti sociali senza intromissioni che ledano la loro autonomia.  
  • Pubblica amministrazione,  istituzioni e costi della politica. In Italia la riduzione della spesa deve riguardare non tanto sulla spesa sociale, ma l’area della Pubblica Amministrazione, le istituzioni politiche e i settori collegati. A Cominciare dal Parlamento: il primo passo è il dimezzamento del numero dei parlamentari

2 commenti:

  1. Perfino Libero oggi voleva fondare un nuovo partito..

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  2. Il debito pubblico in Italia arriva da lontano, ma, guarda caso, è aumentato quando al governo c'erano i socialisti (che ora sono al 90% in Forza Italia-PDL), poi è calato con Prodi, per poi aumentare (poco) dal 2001 al 2006 (Berlusconi) scendere nel 2007-2008 e poi schizzare su negli ultimi anni...
    http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/0/0f/Debito_pubblico.jpg
    E non è che l'unione europea faccia molto altro che fare il medico che prescrive delle medicine amare... Il problema è la malattia, non il sapore della medicina!

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