giovedì 24 febbraio 2011

Asilo nido: non si gioca con il futuro

Sempre più insistentemente a Dolo, si parla, si sussurra, si ipotizza di  una possibile chiusura dell’asilo nido  per un problema di costi.
Qui di seguito cercheremo di illustrare il perché della nostra decisa contrarietà a tale nefasta   ipotesi.
In Italia, la discussione pubblica sui nidi viene abitualmente affrontata nel dibattito su famiglia e ruolo della donna, trascurando, ad esempio, i benefici dell'asilo per il suo vero utente, il bambino. In tali confronti si discute poco dell'utilità dei nidi per la società italiana e c’è scarso interesse a capire, per esempio, se l'attuazione del piano nidi sia effettivamente servita alle famiglie in carne ed ossa. In un simili dibattiti, tra l'altro, si riduce molto lo spazio per la diffusione di alcune informazioni di base, quali i benefici sociali che gli asili producono, l'esigua spesa pubblica che comportano, e il fatto che nessuno intende "obbligare" le famiglie a utilizzarli bensì si vuole esclusivamente assicurare la possibilità di farlo a chi lo desidera.
Bisogna, invece, iniziare a considerare l’asilo nido "semplicemente" un'infrastruttura necessaria e meritevole del sostegno di tutta la comunità. Va considerato inoltre che i servizi alla prima infanzia richiedono al bilancio pubblico uno sforzo marginale e producono effetti positivi su aspetti decisivi per il futuro dell'Italia.
 «I nidi non servono». Dicono. Si tratta di un'opinione diffusa più di quanto si pensi. Invece, è scientificamente dimostrato che la presenza di nidi aiuta l'occupazione femminile. È pure dimostrato che la loro frequenza produce effetti positivi sullo sviluppo delle capacità di apprendimento e di relazione del bambino, con effetti maggiori per chi proviene da famiglie svantaggiate e meno istruite.
Negli altri paesi europei il loro rafforzamento costituisce un obiettivo condiviso dai diversi schieramenti politici, di cui il governo centrale si è assunto la responsabilità. Oggi, in Italia la ricettività complessiva del sistema riguarda circa il 25% dei bambini entro i tre anni mentre le famiglie che vorrebbero fruirne sono il 42 per cento, e se nulla cambierà, l'obiettivo dei prossimi anni sarà evitare di indietreggiare rispetto a oggi.

Per quanto riguarda l’asilo nido di Dolo, l’amministrazione sta demagogicamente affermando che la sua gestione  costa troppo e non è più sostenibile per il bilancio comunale. E, dunque, o si privatizza il servizio o si chiude. Che l’asilo nido non sia sostenibile per una amministrazione comunale che nel 2010 ha prodotto  un avanzo di amministrazione di quasi un milione e seicentomila euro, è una cosa un po’ azzardata e di difficile spiegazione.
Analizziamo quindi insieme i costi dell' asilo nido del nostro comune. I costi previsti per il 2011 si possono trovare nella delibera allegata al bilancio 2011 non ancora approvato. E sono: costo del personale € 186.200, costi di mantenimento alimenti, pannolini ecc.. € 108.134 per un totale delle spese di  € 294.334. Entrate per rette e un minimo di contributo Regionale € 152.000. Il disavanzo è quindi di € 142.334. Bambini frequentanti circa 40.
Nel caso di chiusura  l’amministrazione dovrà farsi carico di tutti i costi del personale. Certamente potrà ricollocarlo all’interno del comune, ma dovrà in questo caso prevedere di coprire la differenza tra il disavanzo e il costo del personale più altre spese di mantenimento della struttura.
Nel caso di una privatizzazione dell’asilo si potranno verificare due casi: uno più favorevole e un altro che, solo con un eufemismo, diciamo meno favorevole.
Nel caso più favorevole tutto il personale dovrebbe accettare di trasferirsi al soggetto privato, cosa alquanto improbabile. Se per ipotesi ciò si verificasse l’amministrazione si potrebbe limitare ad integrare le rette per non farle crescere eccessivamente e concentrarsi nel controllare la gestione.
Nel caso meno favorevole, e cioè nel caso che l’amministrazione pur volendo privatizzare si accollasse il personale e l’integrazione delle rette, i costi del disavanzo raddoppierebbero.
Ecco perché riteniamo nefasta l’ipotesi di chiusura e poco praticabile la privatizzazione del nido.
Bisogna invece concentrarsi nel rendere l’asilo più flessibile ai bisogni delle giovani coppie, e soprattutto per non disperdere trent’anni di professionalità che tanto prestigio hanno dato al nostro asilo. 

5 commenti:

  1. Molto interessante. Almeno vengono date delle informazioni complete che sostengono le vostre motivazioni. Tutte totalmente condivisibili.
    Mentre quelle dell'amministrazione...ancora da capire.Credo che la loro strategia, se di questo si può parlare, è solo di offuscare l'argomento e poi quando verrà fuori la risposta decisiva sferreranno il colpo finale...magari quando le persone gireranno le spalle.

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  2. Trovo che sia giunto il momento da parte di tutti, sindaco in testa, di gettare la maschera, e spiegare, al di là dei tanti slogan cosa sta facendo l'attuale governo (tanto sono gli stessi da Dolo a Roma) per le famiglie

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  3. Ma perchè a Dolo parlate così solo voi?
    Perchè la voce ufficiale della Lega (DoloVeneto) è un'accozzaglia di ironia "a costo zero", che non dice nulla, tranne provocare (e nemmeno bene) e buttare lì dati che non si capisce cosa dovrebbero dimostrare...

    E soprattutto, dove sono finiti i CAT che prima davano del fascista a Gaspari e che ora, che le Grandi Opere sono molto più incombenti e reali, praticamente approvate, dopo aver silentemente appoggiato quest'amministrazione del Nulla, sono scomparsi?
    E l'UDC, ha intenzione di tornare? Di farsi sentire?
    L'IDV dov'è?

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  4. Chi mi sa dire come sta andando con la storia del piatto unico?

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  5. Ciao,
    per maggiori informazioni puoi rivolgerti a questo blog:
    genitoriscuoladeamicis.wordpress.com/

    Buona lettura

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