Un premier accolto a Washington con un sentimento di "una profonda sfiducia". Un uomo "incapace, vanitoso". Un leader europeo "inefficace", "fisicamente e politicamente debole", stanco e coinvolto solo dai parties selvaggi, da orge e festini. Ritenuto in Europa il "portavoce di Putin" con il quale ha un rapporto "straordinariamente stretto".
Un personaggio politico più attento a governare i suoi affari privati che il nostro Paese.
Questo "11 dicembre diplomatico" dichiarato da Frattini non ha nulla di nuovo da far scoprire alla gente, anzi va solo a riconfermare le inchieste tenute dal giornalista Giuseppe D'Avanzo e dall'interrogazione parlamentare di trentacinque senatori del Partito Democratico i quali chiesero delucidazioni sulla "potenziale ricattabilità del Primo Ministro italiano e dei rischi a cui potrebbero essere state esposte tutte quelle informazioni, anche segretissime, contenute nei dossier che Berlusconi è tenuto ad esaminare e che riguardano la difesa del nostro Paese e gli impegni cui siamo tenuti per l'appartenenza alla Nato".
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