lunedì 6 giugno 2011

Referendum: una importante occasione di democrazia partecipata

Il 12 e 13 Giugno si vota per i Referendum sull'acuq, sul nucleare e sul legittimo impedimento. Oltre al segnale importante che si vuole dare  al governo Berlusconi che si è reso colpevole di avere gettato 300 milioni delle nostre tasche pur di evitare di accorpare la data del referendum con quella delle amministrative si vota su temi reali ed imprtanti per tutti noi. Si riporta quindi un volantino interessante, edito dal Partito Democratico del Veneto, che fa chiarezza su quali siano i quesiti.

Il prossimo week-end sarà quindi una occasione importante per riappropriarsi, dopo 15 anni, di questo fondamentale strumento di democrazia ed evitare che, ancora una volta, vi sia lo preco delle risorse economiche che tutti noi paghiamo con le tasse.

3 commenti:

  1. non sapevo che tra il 2009, anno dell'ultimo referendum abrogativo, ed il 2011 fossero già passati 15 anni ._.

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  2. No, ma da quello del 11 Giugno 1995, che è stato l'ultimo referendum a raggiungere il quorum e quindi ad avere avuto risultati validi, circa si..
    E, per questo è compito dei cittadini riappropriarsi (in pieno, dicendo si, no o bianca) di questo importante strumento. Di fatto se il qurum non fosse raggiunto sarebbe come se il quesito non fosse mai stato posto. Senza tenere conto che è da alcuni anni che, tra i votanti, i SI sono sempre in larga maggioranza, ma sono vanificati dall'astensione, che molte volte non è totalmente una scelta politica (a tal proposito è esemplare il caso del referendum del 1999).
    Per ulteriori curiosità si può andare alla pagina di wikipedia sui referendum: http://it.wikipedia.org/wiki/Elenco_delle_consultazioni_referendarie_in_Italia

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  3. Questi referendum non si vogliono politicizare?
    Perchè non lo vuole Berlusconi? Ha paura?
    Io lì politicizerei, hanno un peso politico non di poco conto, se ci va bene, come spero e lavoro, Berlusconi deve andare a casa. Badate bene che sono richieste di abrogazione di leggi berlusconiane e la lettura non puo che essere che politica.

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