giovedì 27 gennaio 2011

Più che volentieri pubblichiamo: Tempi duri e tristi per Dolo di Renzo Niero

LA STORIA PASSATA
Dopo aver perso il Teatro Excelsior  (900 posti - punto di riferimento negli anni ’90 prima ancora che Mestre e Padova dove allora poco c’era e l’unico Comune della provincia di venezia aderente al Circuitocinema di Venezia con ottimi risultati) e dopo essersi fatto scippare la Scuola di Musica Thelonious Monk (una delle esperienze più avanzate a livello nazionale e sicuramente regionale) dai cugini “compagnucci della parrocchietta” di Mira (mantenendo in maniera quasi “offensiva” nome e struttura identica dopo anni di investimento economico e organizzativo del Comune di Dolo), ci si apprestava alla decadenza e quello che era diventato il centro della Riviera del Brenta ed oltre.
Chi non ricorda il prestigioso cartellone I Teatri della Riviera che univa Il teatro Villa dei Leoni di Mira con il Teatro Excelsior di Dolo facendone la prima rete regionale di Comuni per la programmazione teatrale!
Chi non ricorda l’affascinante Festival delle Ville finito sulle pagine del Corriere della Sera e di Repubblica ed annoverato  come unico festival teatrale estivo di carattere regionale!
Perso tutto ci si avviava verso il paesello qualsiasi … un po’ brutto non fosse per il recupero parziale dell’Isola Bassa, unico tratto distintivo di un’opera di archetettura fluviale unico in Europa ( a dire di alcuni studiosi di Cà Foscari).


LA STORIA RECENTE
Per questo, qualche amministratore e qualche operatore culturale (meglio non fare i nomi in tempi di deliri di gelosie) si sono rimboccati le maniche ed hanno in pochi anni riportato alla ribalta il paese ponendolo al centro dell’attenzione con L’Isola delle Meraviglie (una programmazione di teatro, danza,letteratura e poesia dentro i luoghi dell’Isola Bassa intercettando anche migliaia di euro dalla Comunità europea e vedendo migliaia di spettatori in una quindici giorni di attività) sbaragliando quell’offerta di marmellata culturale all’ingrosso che le programmazioni estive dei brokers e degli assessori incompetenti hanno sciorinato per anni.
Non solo ma Dolo, mettendo insieme dopo cinque anni (2005 – 2010) undici Comuni tra Riviera e Miranese (Dolo, Fiesso, Fossò, Camponogara, Campagna Lupia, Mirano, Noale, Pianiga, Salzano, Stra, Vigonovo) e diventando capofila di un progetto riconosciuto dalla Regione Veneto, con Paesaggio con Uomini aveva acquisito autorevolezza ed è stato preso ad esempio come capacità di programmazione condivisa di un territorio, ottimizzazione delle risorse e possibilità di attrazione di risorse umane e finanziarie in ambito culturale. Così Dolo si è meritato un investimento cospicuo della Fondazione di Venezia per le attività culturali ed ha ospitato la sede della Fondazione di Comunità Riviera – Miranese.
Così è ritornato al centro, anche con la capacità di coordinare un gruppo vasto di soggetti pubblici e privati.


OGGI E  IL FUTURO
Oggi, questa comunità dolese, e certa sinistra in particolare ( se l’avete vista avvisate!), sembra incapace anche di difendere le cose belle che ha creato, quelle con le quali si è distinta ed era riuscita ad intercettare risorse economiche, inseguendo le sirene carnevalesche o “sagresche” sperando di recuperare consensi dal popolo. Così non si è accorta che ha già perso L’isola delle Meraviglie nell’estate scorsa ed al suo posto è arrivata un’invisibile festa della birra e non si sta accorgendo che i dieci Comuni coinvolti con Paesaggio con Uomini stanno guardando da altre parti perché è difficile oggi trovare chi sia capace di tenere insieme tante anime.
Così si torna al paesello, a quella periferia indistinta che crede di essere città perché ha i negozi aperti qualche domenica. Cosi tutte le sere, per dirla con un esercente che conosce la storia “dopo le otto di sera non c’è più niente a Dolo” .

Che dolo a Dolo!

RENZO NIERO

1 commento:

  1. Renzo Niero è un operatore culturale stimato e conosciuto in tutta Italia.
    Grazie al suo apporto ed alla lungimiranze delle amministrazioni comunali passate, Dolo è diventata un laboratorio culturale di assoluto rispetto nel quale si è costruito un percorso importante di crescita e sperimentazione per tutto il territorio.
    Oggi la nuova “razza padrona” che governa Dolo ha semplicemente deciso che la cultura non serve, non serve il teatro, non serve la musica, non serve il cinema estivo all’aperto, non serve neppure stampare un manifesto per ricordare che oggi, 27 gennaio, è la Giornata della Memoria.
    Quello che più deve far riflettere, a mio avviso, è che hanno nominato, persino, un assessore definito, almeno pomposamente, “Ai grande eventi”….
    Perché tanto quello che conta è la propaganda, cosa ben diversa dalla buona comunicazione che un’amministrazione legittimamente produce per condividere insieme ai cittadini la propria programmazione.
    L’importante, caro Renzo, è avere la targhetta sulla porta, che poi l’ufficio sia vuoto poco importa.
    Lo dico con preoccupazione: la cancellazione della programmazione culturale è la spia più grave dell’operazione di distruzione del tessuto sociale dolese che questa amministrazione ha posto in essere.
    Del resto fino a quando a livello nazionale (e televisivo) tira l’aria che tira a loro, anche elettoralmente, conviene non farsi conoscere troppo; è meglio per questa “razza padrona” avere un paese addormentato al quale sottoporre, una volta ogni cinque anni, il simbolo “vincente” da votare.
    Anche dal punto di vista economico – finanziario non ci sono giustificazioni: come ricordava Niero, Regione Veneto e Fondazione Venezia hanno sostenuto, e sosterebbero ancora, il buon lavoro fatto in tutti questi anni a Dolo.
    Quindi non essere in grado di sfruttare neppure delle occasioni di così alto livello, pressoché a costo zero significa che questa amministrazione:
    a) Non conosce e non capisce il valore di quello che è stato fatto in tutti questi anni;
    b) Intende punire e mortificare tutti gli operatori e le associazioni che si sono “macchiate della colpa” di aver lavorato con amministrazioni non gradite alla “razza padrona”.
    In entrambe i casi la situazione è assolutamente grave ed indegna delle tradizioni e delle legittime aspettative dei dolesi.
    Il Carnevale, appuntamento qualitativamente non paragonabile con la stagione teatrale, è un’altra spia di cosa ha in testa la “razza padrona”: ha costretto la Pro Loco ad organizzare una Sagra di San Rocco “da incasso” senza nessun tipo di manifestazione ludica o culturale e fatta solo di stand gastronomici (o cose simili) che permettessero di fare cassa e limitare i costi; ciononostante i volontari della Pro Loco sono ancora “fuori” di diverse migliaia di euro, anticipate da singoli cittadini e che il Comune avrebbe dovuto rimborsare attraverso il contributo pattuito. Oggi i volontari della Pro Loco soldi da anticipare non ne hanno ed hanno spiegato all’amministrazione della “razza padrona” che i debiti, prima di chiedere nuove spese, si pagano! Per tutta risposta sono stati accusati di essere dei “pericolosi ammutinati”. Cosa accadrà ora? Che dopo il cinema, la scuola di musica, la stagione teatrale, la rassegna musicale nelle ville e nelle chiede, il cinema all’aperto, il carnevale e persino il ballo liscio di San Rocco, Dolo perderà anche la Pro Loco.
    Ma la “Razza padrona” cosa fa? Se la ride! In fin dei conti ridurci ad un dormitorio che sente solo gli slogan che diffonde la TV è la loro strategia di mantenimento del potere!

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